E’ una vita che te lo dicono ma…è davvero colpa tua?

 Sono anni che ce lo sentiamo dire, anni che riceviamo rimproveri su rimproveri che provengono da ogni direzione: dalla scuola, dai genitori, dal lavoro, dagli amici, dai fidanzati/e;
ma è come se non ci potessimo fare nulla…è qualcosa più forte di noi che finisce per prendere il sopravvento su ogni nostro buon proposito. Per quanto ci sforziamo,  noi siamo sempre in ritardo.
Noi, gli artisti del ritardo, viviamo gli impegni quotidiani in un perenne stato di ansia e  sempre di fretta;
Guardiamo l’orologio come se ci fosse un enorme countdown Countdownnella nostra testa, che ci ricorda che sta scattando l’ora X e noi non siamo ancora dove dovremmo essere. Noi siamo altrove a sfidare il tempo e lo spazio!
Noi ritardatari cronici siamo degli inguaribili ottimisti, crediamo di poter attraversare la città in una decina di minuti. Noi concepiamo lo scorrere del tempo come qualcosa di relativo. Noi crediamo nel teletrasporto!
Viviamo l’imprevisto, o peggio gli imprevisti, come una cospirazione dell’intero universo contro di noi:
ci sentiamo i nuovi Truman in uno show che sta decidendo che arriveremo di nuovo in ritardo.
Ma non è colpa nostra, è il regista, cinico e sadico, che vuole che la figurante, vestita da anziana, e le piccole comparse dei bambini attraversino la strada lentamente, mentre noi stiamo fremendo in macchina ed è sempre il regista che vuole che i semafori siano tutti rossi, che la carreggiata sia ristretta per lavori, che ci siano centinaia di macchine ferme davanti a noi ecc..
E se ci muoviamo con i mezzi pubblici siamo completamente in balia del regista, che fa rallentare la metro
ne fa passare diverse vuote fuori servizio e che ci fa stare ore ad aspettare un autobus diventato ormai sono una leggenda metropolitana.
E’ chiaro: tutto è contro di noi! Noi siamo gli incompresi in una società ostile e frenetica che non rispetta i nostri tempi.
Noi ci consideriamo gli strateghi del ritardo, anche se ci svegliamo alle 5:00 del mattino noi siamo comunque capaci, in qualche stravagante maniera, di arrivare tardi ad un appuntamento di lavoro alle 9:00.
Eseguiamo sofisticati calcoli delle probabilità e iniziamo a sbrigarci solo quanto ormai c’è un 80% di possibilità di arrivare in ritardo e ci si ghiaccia il sangue nelle vene, diventiamo adrenalinici e compiamo insieme una serie di gesti normalmente incompatibili: fare colazione mentre ci vestiamo o lavarci i denti indossando le scarpe;  noi nel nostro piccolo siamo dei campioni della nostra disciplina…qualunque essa sia.
Noi siamo dotati di una fervida immaginazione, ci siamo dovuti giustificare in così tanti modi fantasiosi che anche di fronte alla verità nessuno ormai ci da più credito, noi…abbiamo esaurito ogni scusa!

Ma arrivati a questo punto, due grandi mani ci vengono dalla Psicologia e dalla Scienza che corrono in nostro aiuto.
Personalmente sono anni che mi giustifico dicendo che il mio è un problema di DNA: dico che ho le eliche del DNA ingarbugliate perché Adenina, Guanina, Timina e Citosina hanno un brutto carattere e perdono tempo per mettersi d’accordo.
Non sono però andata troppo lontano dalla realtà:
nell’ambito di alcune ricerche dell’Università di San Diego effettuate tra il 2001 e il 2003 dal professore del dipartimento di Psicologia Jeff Conte, sembra che siano individuabili due tipologie ricorrenti di personalità:
tipo A: persone caratterizzate da organizzazione, ordine, puntualità , frenesia, molto focalizzate su un obbiettivo, maniache del controllo e della precisione.
tipo B: caratterizzate da disorganizzazione, amanti del multitasking, dotate di creatività e immaginazione e …inesorabilmente ritardatarie. Da alcuni esperimenti sempre eseguiti dal prof. Jeff Conte risulta evidente inoltre che i soggetti di tipo B hanno una concezione del tempo realmente diversa, un minuto, infatti, dura circa 77 secondi!
Per Roger Buheler della Laurier University  in Canada, il ritardatario compie un’errata valutazione (stima per difetto) del tempo necessario a compiere diverse azioni.
Uno scienziato e scrittore americano Tim Urban ipotizza che le persone che tendono al ritardo cronico, possano essere malate, dando la definizione di Clips: chronically late insane people e che tale disturbo possa essere correlato, in qualche modo, al deficit dell’attenzione, dal momento che vede coinvolta la stessa area del cervello di questo disturbo, ma al momento si tratta di sole ipotesi, osteggiate da molti medici e scienziati.
Per la maggior parte degli psicologi, potrebbero esserci delle motivazioni inconsce che spingono queste persone al ritardo cronico, come gli stati depressivi, l’insicurezza caratteriale e la ricerca di attenzione, oppure la scarsa opinione delle persone con cui hanno appuntamento o dell’attività che vanno a svolgere o una semplice cattiva abitudine tollerata dalle figure di riferimento già dall’infanzia.

A conti fatti popolo di ritardatari,  in attesa che il teletrasporto diventi  un opzione o che
ci venga certificata dal medico la nostra patologia del ritardo, ci conviene continuare a provare a raggiungere la nostra eterna chimera…la puntualità!

fonti:

 

http://www.ilsole24ore.com

Neuroscienze e Neuropsicologia-Corriere della sera

http://jeffconte.sdsu.edu/

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